Al mattino attendiamo invano che i bar aprano e che i ragazzi del tour italiano arrivino. Nel primo caso ci basta aspettare le nove per mangiare due ottimi pastéis de nata in un piccolo bar della rua Augusta. Siamo meno fortunati nel secondo perché Antonio, contattato telefonicamente, rimanda l'appuntamento al mattino seguente. Così decidiamo di salire a piedi verso la cattedrale dove Sérgio, un simpatico ragazzone dal fortissimo accento brasiliano, ci illustra le meraviglie che può portarci a vedere con il suo tuk-tuk. Un giro di un'ora costa settanta euro, ma per noi sessanta, "o anche cinquanta, se è un problema di soldi". Capiamo così che il problema di soldi è suo e di tanti suoi colleghi che hanno investito discrete somme avendo presente la sconsiderata esplosione turistica della Lisbona pre-Covid. È stato tutto spazzato via in pochi mesi e questo desolante panorama fa davvero male. L'aspetto positivo, egoisticamente parlando, è che la città è molto più godibile del solito.
Saliamo a piedi verso il castello di São Jorge che subito si configura come una rapina a mano armata. Guardiani sgradevoli e dieci euro per entrare in quello che sostanzialmente dovrebbe essere un parco pubblico: qualche angolo caratteristico, qualche bel giardino, un'eccellente vista sulla Baixa ma nulla di più.
Scendiamo nella canicola con il proposito di non cadere nella trappola dei buttadentro dei locali del centro, ma falliamo miseramente nel nostro intento. L'unico aspetto positivo è che ci imbattiamo nella facciata modernista in ferro battuto del vecchio Animatógrafo do Rossio, uno dei primi cinema della città oggi trasformato in uno spazio dove far esibire lascive ballerine da peep show.
Alla sera riusciamo finalmente a cenare alla Casa do Alentejo. Il menu è ridotto perché il ristorante ha riaperto da poco dopo l'emergenza sanitaria, ma i pochi clienti vengono ricevuti nel salone nobile delle feste, dove il protagonista di Requiem si recava a un appuntamento. Le razioni sono smisurate e scopriamo quanto è buona la sericaia con gelato, ovviamente servita in una porzione destinata a uccidere sul nascere qualsiasi tentativo di dieta.
Consiglio letterario per la seconda sera:
- Antonio Tabucchi, Requiem (1991)